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MAL DI SCHIENA Step-by-Step - Le tecniche di manipolazione

Prima di ricorrere a una tecnica manipolatoria o a un massaggio per curare il mal di schiena è necessario una diagnosi medica, che permetta di sapere da dove nasce il problema. Solo così l’operatore sarà in grado di toccare i punti giusti e risolvere il disturbo in modo rapido ed efficace. In particolare, è fondamentale escludere malattie serie che potrebbero richiedere l’intervento di un medico, l’uso di farmaci o addirittura la chirurgia.


A chi rivolgersi?

Le tecniche manipolatoria e le figure professionali che si occupano di massaggi sono moltissime e spesso le differenze tra i loro campi di azione non sono chiare. Inoltre, In Italia non esiste ancora una legislatura che regoli e racchiuda i diversi operatori e ciò crea ancora più confusione e difficoltà nella scelta.

Infatti, per ora, l’unica figura che ha la qualifica di operatore sanitario è il fisioterapista, che diventa tale dopo avere conseguito una laurea, in grado di garantire un solido percorso di studi e conoscenze complete e specifiche.

Si avvicinano a questa figura l’osteopata e il chiropratico.

Tolte, quindi, queste tre figure diventa difficile orientarsi tra gli operatori che utilizzano tutte le altre tecniche.

Attenti a questi 5

Ciò significa che prima di iniziare il trattamento dovrebbe indagare la causa da cui nasce il dolore e se non fosse in grado di individuarla indirizzare il malato da un medico.

FA PARTE DI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Se infatti è iscritto ad associazioni serie significa che le sue competenze sono già state verificate da un team di colleghi competenti che garantiscono sull’affidabilità dei propri membri.

ASCOLTA SEMPRE LA PERSONA

Prima di iniziare deve conoscere chi si trova di fronte, cioè le abitudini, il lavoro che svolge, gli sport che pratica, l’alimentazione che segue, le malattie di cui soffre, ma anche se è stressato, ansioso o depresso. Infatti, per rimettere in linea la propria schiena, è fondamentale riportare a un equilibrio fisico e psichico l’individuo nella sua totalità.

NON PROSPETTA CICLI TROPPO LUNGHI

Se si capisce fin dal primo incontro la causa del dolore non serve programmare sei mesi di massaggi, ma al contrario potrebbero bastare poche sedute per risolvere il problema, e magari fissare alcune sedute di mantenimento a distanza di qualche mese.

NON TRATTA LA PERSONA SE È IN FASE ACUTA

Se il dolore è molto intenso sarà più difficile agire, ma anche sopportare il trattamento. Quindi per evitare di peggiorare la situazione, l’operatore può soltanto cercare di scaldare i muscoli lavorando superficialmente (cosa che potrebbe fare la persona da sola applicando una pomata consigliata dal farmacista). Solo una volta che il dolore diviene sopportabile, si trasforma in semplice fastidio o sensazione di tensione, si può procedere al trattamento.

A questi 5 requisiti se ne aggiunge poi un sesto,apparentemente meno importante, ma molto utile per aumentare l'efficacia della cura: l'empatia.

Infatti, se la fiducia è importante nei rapporti medico-paziente, lo è ancora di più in quello tra l'operatore e il suo assistito, perchè il campo delle manipolazioni è più vicino a quello della medicina alternativa. Ciò significa che non si basa su regole rigide o cure universali che vanno bene per tutti, ma al contrario ogni tecnica deve essere adattata e personalizzata in base a una serie di informazioni condivise con la persona.

E se il dolore ritorna?

Una delle lamentele più comuni tra chi soffre di mal di schiena è la recidività del dolore. Infatti, nemmeno il miglior osteopata o fisioterapista può fare miracoli esclusivamente attraverso le manipolazioni. Quindi, ci deve essere un lavoro di squadra tra l’operatore e il malato che non può rimanere passivo, ma deve impegnarsi per cambiare abitudini scorrette che gli hanno provocato il disturbo. Anche in questo caso emerge la bravura del professionista a cui ci si affida che, oltre a trattare la schiena, deve anche studiare un piano per modificare lo stile di vita del suo assistito, in modo tale da evitare che il problema si ripresenti dopo un paio di settimane. Questa strategia deve essere completa e personalizzata (non esiste una ricetta universale) e deve toccare tutte le sfere della vita considerando l’alimentazione, il modo in cui si respira, si mastica, si dorme, si cammina, si sta seduti, se si è tristi e, perfino, le scarpe che si indossano.

Nel prossimo blog parleremo della fisioterapia, le tecniche strumentali e alcune buone abitudini...Buon fine settimana a tutti.

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