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MAL DI SCHIENA Step-by-Step - Andiamo alla scoperta delle tecniche meno conosciute che possono aiuta

Oggi andiamo alla scoperta delle tecniche meno conosciute che possono giovare al benessere della nostra schiena: il metodo Alexander, la tecnica Cranio Sacrale e il Rolfing.

Il metodo Alexander

Nasce dalla sperimentazione di un attore australiano e si sviluppa all’inizio del Novecento per aiutare musicisti, artisti e cantanti, ma i suoi principi possono essere utili a tutti coloro che soffrono di mal di schiena, cervicale e cefalea.

  • Si tratta di un metodo particolarmente adatto a chi non riesce a liberarsi dai dolori e dalle contratture muscolari. Il vantaggio rispetto ad altre tecniche, è quello di essere una pratica di auto-aiuto, che una volta appresa può essere applicata a qualunque gesto che si compie, e che serve per migliorare la funzionalità della relazione testa-collo-schiena.

  • Il suo obiettivo è quello di abbandonare le abitudini scorrette che negli anni si acquisiscono per via dei gesti ripetitivi, delle posizioni sbagliate, delle tensioni generate da stress o dai piccoli traumi subiti. Una volta che si prende coscienza di ciò che non si deve fare, non è necessario imparare nuovi movimenti perché automaticamente il corpo riprenderà a muoversi in modo naturale, riacquistando memoria di come si era da bambini.

UN ESEMPIO PER CAPIRE

Quando si è seduti di dovrebbe immaginare di portare il tronco verso l’altro partendo dagli ischi (le due ossa sulle quali ci si appoggia stando seduti) e mantenendo la schiena a contatto con la sedia. Bisognerebbe assicurarsi di tenere il collo libero, accertarsi che anche le cosce, i polpacci e i piedi siano privi di tensioni, spingendo mentalmente le ginocchia in avanti e in fuori, e lasciandole distanziate dalle anche. Infine, le mani dovrebbero essere appoggiate sulle cosce con i palmi rivolti verso l’alto, lasciando allontanare i gomiti dalle spalle.

La seduta

Durante le sedute non si eseguono esercizi, ma si allena la volontà.

  • Durante il primo incontro l’istruttore osserverà come ci si muove, si rimane in piedi, ci si siede, si cammina, ci si piega per raccogliere gli oggetti e così via.

  • Una volta individuati i problemi spiegherà verbalmente quali abitudini vanno abbandonate e contemporaneamente toccherà le parti del corpo, in modo da far percepire anche fisicamente dove ci sono contratture superflue. Questa accurata analisi serve per rendere consapevole la persona dei gesti che deve evitare in modo tale che con il tempo possa abbandonarli. Il lavoro non si esaurisce durante la seduta, ma dovrà proseguire anche a casa.

Le lezioni sono individuali (anche se esistono corsi dedicati a piccoli gruppi), durano circa 40-45 minuti e hanno frequenza settimanale. Servono una decina di sedute per ottenere risultati duraturi.

LA TECNICA CRANIO SACRALE

E’ una metodica piuttosto particolare, indicata per chi ha un mal di schiena che deriva dalla postura errata e dalle contratture generate da ansia e stress. Il suo obiettivo principale è quello di rimettere in equilibrio il corpo, che viene considerato nella sua totalità, quindi come unione di fisico e psiche. Il concetto del sistema cranio sacrale parte dal presupposto che il corpo compia costantemente un minuscolo movimento oscillatorio (simile a quello di un pendolo). Se, per via di alcuni blocchi (contratture ma anche paure, stress e stati ansiosi), questo movimento perde la sua traiettoria ne risente la postura e si avverte dolore. La tecnica cranio sacrale rimuove queste restrizioni corporee e aiuta l’organismo a guarire autonomamente dai disturbi che ne derivano (auto-guarigione).

LA SEDUTA

Ci si sdraia a pancia in su vestiti ma senza scarpe, cercando di mettersi in una posizione comoda perché più si riesce a rilassare il corpo e più la seduta sarà efficace. A differenza di altri tipi di manipolazione l’operatore di cranio sacrale compie gesti quasi impercettibili, dolci e lenti lavorando su tre punti del corpo: caviglie per sbloccare i piedi, osso sacro e, infine, collo e cranio per eliminare le tensioni di testa, cervicale, spalle e volto. Durante l’intera seduta non si avverte mai dolore o fastidio ma semplicemente tocchi e leggere pressioni. Eppure, una volta che ci si alza dal lettino si capisce che c’è stato un lavoro profondo perché ci si sente leggermente storditi, ma allo stesso tempo alleggeriti.

Non esiste un numero fisso di sedute consigliate perché dipende dalle condizioni di ciascuno e soprattutto dalla causa del dolore, tuttavia di solito si notano alcuni risultati già dalla prima seduta alla quale ne possono seguire altre 4 o 5.

IL ROLFING

Dal momento che il rolfing coinvolge tutto il corpo e non soltanto la parte dolorante, non ci si deve aspettare una guarigione immediata, perché si tratta di un percorso che richiede tempo (circa 10 sedute) per rimettere in equilibrio il corpo.

E’ una tecnica olistica indicata per chi ha problemi di schiena, soffre di scoliosi, di cifosi, ernia, ha dolori cervicali o ha subito dei traumi, oltre che per le donne durante e dopo la gravidanza (momento in cui il corpo subisce dei cambiamenti nell’equilibrio e nella postura).

  • Come funziona? A differenza di altre tecniche con le quali si lavora su articolazioni e ossa, il rolfer manipola il tessuto connettivo, composto da tutti i tessuti molli come i muscoli, i tendini e i nervi. I movimenti non sono mai bruschi, tuttavia anche se l’operatore ha un tocco in apparenza più dolce, in realtà lavora in profondità.La seduta

Il primo incontro è conoscitivo: la persona spiega il tipo di dolore che avverte, racconta le sue abitudini e se ha subito dei traumi. Terminata questa prima chiacchierata il rolfer effettua il “body reading”, cioè osserva l’individuo che cammina avanti e indietro per la stanza per studiare come appoggia i piedi, come tiene le braccia, il collo e le spalle. Poi, comincia la seduta vera e propria.

La prossima settimana passeremo in rassegna tante altre tecniche dolci, mi raccomando non mancate.


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