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MAL DI SCHIENA Step-by-Step - La chirurgia - parte finale

Eccoci all'ultima parte della chirurgia per il mal di schiena e con questo post ho finito il mio piccolo vademecum sulla schiena.

Stenosi di cosa si tratta
Le stenosi ovvero il restringimento del canale vertebrale

Quando c’è una stenosi

La stenosi, ovvero il restringimento del canale vertebrale lombare nel quale si trovano il midollo spinale e le radici dei nervi che partono da questo, è tipica delle persone anziane e comporta la compressione dei nervi e la conseguente irradiazione del dolore agli arti inferiori. L’unica soluzione è la chirurgia, che ha lo scopo di ottenere una decompressione e consiste in un allargamento dei fori di uscita dei nervi spinali dalla colonna vertebrale.

La recalibrazione del canale spinale

L’intervento indicato in questi casi è conosciuta come recalibrazione del canale spinale. In passato, era più nota con il termine di laminectomia e prevedeva una demolizione ossea più ampia.

  • E’ una tecnica che negli anni si è evoluta a beneficio di chi deve essere operato. All’inizio, infatti, prevedeva l’utilizzo di un busto gessato e riposo fornato a letto, mentre adesso i progressi in campo medico hanno fatto si che si possano utilizzare tecniche micro-invasive che lasciano ferite microscopiche. L’operazione consiste nell’allargare in maniera mirata, cioè a livello dei punti di uscita dei nervi, il canale vertebrale rimodellando l’osso e allargando tali apertura. In alcuni casi può essere necessario fissare la parte con delle viti e delle barre: tale trattamento prende il nome di stabilizzazione lombare.

  • La persona viene fatta alzare dopo 48 ore. In un paio di settimane si torna a essere autonomi nei movimenti e nelle attività quotidiane, ovviamente, senza esagerare.

Tecniche chirurgiche tradizionali e mininvawsive
Intervento di chirurgia vertebrale mininvasiva

Con questo termine si intende una condizione in cui, lentamente e progressivamente, due vertebre si spostano una in avanti rispetto all’altra. Nel caso vi sia l’indicazione chirurgica, e cioè una documentata “instabilità” delle due vertebre, un dolore intrattabile e progressivamente in aumento, si può ricorrere alla artrodesi (o fusione lombare). Si tratta, cioè, di far diventare due vertebre un corpo unico, quindi “fonderle”.

La tecnica prevede l’inserimento di una gabbia al posto del disco intervertebrale e il consolidamento con due viti collegate tra loro da una placca. Questa metodica si può eseguire utilizzando diverse vie di accesso (anteriore, laterale e posteriore).

  • Oggi la tecnologia consente di ottenere risultati correzione anatomica, e quindi miglioramento dei sintomi, una volta impensabili. Questo tipo di intervento viene effettuato in anestesia totale prevede un ricovero di almeno una settimana. Una completa guarigione si ottiene di norma in tre mesi, ed è probabile che nei primi tempi sia necessario utilizzare un busto per mantenere ferma la colonna.

  • L’operazione prevede l’uso di materiale altamente sofisticati e per questo va fatta in centri specializzati. L’area di intervento viene stabilita con precisione attraverso un esame radiologico convenzionale, una risonanza magnetica ed, eventualmente, una tomografia assiale computerizzata (TAC). E’ molto importante che la radiografia della colonna sia effettuata in posizione eretta per valutare l’effetto della forza di gravità in modo corretto,


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