DISCOPATIA DEGENERATIVA, LE CAUSE, I SINTOMI, I RIMEDI, LA CHIRURGIA VERTEBRALE MININVASIVA.
La discopatia degenerativa è un processo fisiologico di decadimento a cui i dischi intervertebrali vanno incontro, la struttura che collega tra loro due vertebre vicine e che funge da cuscinetto ammortizzatore durante i movimenti quali camminare, saltare, correre, sollevare carichi e tanto altro ancora, a lungo andare può degenerarsi.
Il disco intervertebrale è costituito da parti fibrose e parti cartilaginee e racchiude al proprio interno una composizione gelatinosa che si chiama nucleo polposo. Con il passare degli anni questo può perdere la sua elasticità e andare incontro a un processo degenerativo che può causare lo slittamento del disco intervertebrale dalla sua sede con o senza la fuoriuscita del nucleo polposo, condizioni note rispettivamente come
di cui la discopatia degenerativa ne rappresenta un fattore di rischio.
La discopatia degenerativa non è dunque una vera e propria malattia, bensì un’usura naturale che riguarda la nostra colonna vertebrale. Può svilupparsi in qualsiasi tratto della colonna vertebrale ma, le zone maggiormente esposte sono:
le prime vertebre (tratto cervicale) con possibile dolore alla nuca e coinvolgimento del braccio,
le ultime vertebre (tratto lombare) con possibile mal di schiena e coinvolgimento del gluteo, coscia e gamba.
Finché non c’è pressione sui nervi la persona non avverte alcun disturbo in particolare, mentre in caso di compressione possono comparire sintomi, in particolare un dolore particolarmente intenso e fastidioso.
Spesso la discopatia degenerativa ha una prognosi favorevole e con una semplice cura medica i sintomi possono venire efficacemente controllati. Nei casi in cui ciò non si verifica potrebbero svilupparsi complicanze tali da rendere necessario un intervento chirurgico.
LE CAUSE DELLA DISCOPATIA DENEGERATIVA
La maggior parte delle persone riferiscono di aver avuto almeno un episodio di mal di schiena nel corso della loro vita.
La prevalenza di discopatia degenerativa legata ad un’ernia del disco è stata stimata pari a circa 1-3% e l’età più colpita è quella dopo i 50 anni.
Oltre il 90% dei casi interessa le ultime vertebre della colonna vertebrale, cioè L4-L5 o L5-S1, meno il tratto cervicale ha un rapporto di 1:10 rispetto al tratto lombosacrale.
La discopatia degenerativa è dovuta al fisiologico invecchiamento della nostra colonna vertebrale: ciò che si verifica con l’avanzare dell’età è una progressiva e irreversibile perdita della componente acquosa dei dischi intervertebrali, di cui è un costituente principale finché si è giovani.
DISCOPATIA DEGENERATIVA - I FATTORI DI RISCHIO
La discopatia degenerativa può essere correlata alla presenza di uno o più fattori di rischio, come ad esempio
occupazioni sedentarie,
sedentarietà,
sovrappeso ed obesità,
guida di veicoli a motore prolungata e costante,
vibrazioni,
lavori a elevato impegno fisico soprattutto se comportano abitualmente il sollevamento manuale di carichi,
gravidanze,
posture scorrette,
movimenti errati e/o bruschi del corpo.
Tutte queste condizioni predisponenti possono causare a lungo andare un indebolimento dei dischi intervertebrali e favorirne/accelerarne il processo di degenerazione.
DISCOPATIA DEGENERATIVA - I SINTOMI
La discopatia degenerativa generalmente non dà sintomi, ma può talvolta essere sintomatica ed associarsi alla comparsa di dolore.
A seconda della sede d’insorgenza può manifestarsi:
dolore al collo
dolore che si irradia alla spalle e/o alle braccia
intorpidimento o formicolio agli arti superiori o inferiori
difficoltà di movimento in fase acuta
dolore a metà schiena
lombalgia
sciatalgia
dolore crurale.
Per sciatalgia s’intende un dolore irradiato lungo il decorso del nervo sciatico, dalla natica alla parte posteriore della coscia e postero-laterale della gamba, fino alla caviglia. Può essere associata a mal di schiena (lombosciatalgia).
Per cruralgia si intende il dolore avvertito lungo la faccia anteriore o antero-interna della coscia, lungo il decorso del nervo crurale.
Il dolore tende a peggiorare in tutte quelle situazioni che gravano maggiormente sulla colonna vertebrale come ad esempio:
posizione seduta
piegamenti della schiena
sollevamenti errati di carichi pesanti (fatti a gambe diritte),
mentre migliora camminando o quando il paziente è sdraiato.
DIAGNOSI
La diagnosi richiede un primo colloquio con il paziente che racconterà la sua storia clinica, con particolare attenzione circa :
caratteristiche del dolore (sede, intensità, durata),
assenza/presenza di intorpidimento, formicolii, impotenza funzionale e/o debolezza delle braccia o delle gambe,
malattie note,
lavoro svolto,
assunzione abituale di farmaci.
La visita medica comprende un esame obiettivo completo degli arti superiori e inferiori e della colonna vertebrale in toto, con particolare attenzione al collo e alla schiena.
Per giungere ad una corretta diagnosi di discopatia degenerativa ed escludere cause organiche (più o meno gravi) di dolore, il medico può richiedere a completamento della visita una radiografia o, meglio, una risonanza magnetica della colonna vertebrale.
La risonanza magnetica resta invece il gold standard per la miglior visualizzazione della colonna vertebrale, anche alla luce del fatto che non espone il paziente a radiazioni ionizzanti tipiche della TAC (che rimane una valida alternativa nei pazienti in cui la RMN sia controindicata).
Questi approfondimenti diagnostici andrebbero sempre richiesti in presenza di uno o più dei seguenti sintomi/segni che possiamo indicare come “semafori rossi” per una possibile causa organica della discopatia. Si tratta di
deficit neurologico esteso e/o progressivo,
anamnesi positiva per tumore,
perdita di peso inspiegabile,
astenia protratta,
febbre,
dolore ingravescente continuo a riposo e notturno,
traumi recenti,
assunzione protratta di cortisonici,
osteoporosi,
quadro clinico della sindrome della cauda equina,
età minore di 20 anni o maggiore di 55 anni, in associazione ad uno degli altri sintomi indicati.
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